QUINTA PARTE
.Everybody's Fool.www.youtube.com/watch?v=u55fpsbzAfkSenza la maschera, dove ti nasconderai?
Non riesci a trovare te stesso, perso nella tua bugia.
Ora conosco la verità, ora so chi sei,
e non ti amo più...Dopo aver mangiato un hamburger al fast-food ho subito preso un taxi per farmi portare all'hotel... gironzolo qua intorno da circa mezz'ora in attesa che arrivi l'ora scritta sul biglietto. Mentre cammino mi chiedo se mi permetteranno di entrare. È pur vero che offrono un servizio bar aperto a tutti, ma l'albergo grida "lusso e sfarzo" da ogni angolazione da cui lo si guarda e mi sembra quasi un'insulto entrarci in jeans e maglietta. Comunque ormai sono qui, perciò provare non mi costa nulla. Mancano circa 15 minuti all'ora stabilita, ma mi sono stancata di fare la spola nelle vie circostanti, perciò decido di entrare. Se devo essere buttata fuori non ha senso aspettare un altro quarto d'ora, no? Salgo gli scalini esterni e apro le porte a vetro... mi sorprende che non ci siano dei portieri in divisa all'ingresso, ci starebbero benissimo. La hall è addirittura più lussuosa di quanto ci si potrebbe aspettare guardando l'hotel dall'esterno. L'inamidato receptionist mi rivolge un saluto molto cortese, ma non gli riesce di rimanere indifferente al mio aspetto. È evidente che è abituato a vedere tutt'altro tipo di gente varcare la porta d'ingresso. Io ricambio il saluto e mi dirigo verso destra dove si trova il bar. Al bancone e nel salottino adiacente non c'è nessuno, strano. Comunque non appena mi avvicino al bancone il barman mi accoglie cordialmente. Mi sento improvvisamente nervosa.
"Buonasera signorina!"
"Ehm... buonasera."
"Cosa prende?"
"Io, ehr... c'è... un messaggio per Babi?"
Mi sento il cuore in gola. Nel preciso istante in cui lo dico vengo presa dal malsano dubbio che potrebbe trattarsi di uno scherzo. Il barman mi guarda per un attimo confuso, poi sorride, annuisce e si schiarisce la voce.
"Si certo, la toilette è da questa parte. Prego venga."
Esce da dietro il bancone e mi fa cenno di seguirlo in un corridoio vicino al bar. Io lo seguo, titubante. Vedo in fondo al corridoio la porta della toilette e mi ci dirigo istintivamente, poi mi accorgo che lui invece si è fermato circa a metà corridoio, accanto ad una porta laterale con sopra la scritta "Staff Only". Mi avvicino mentre lui sceglie una chiave dal mazzo che porta legato alla cintura e si guarda intorno ansioso. Finalmente trova la chiave giusta e apre la porta, poi mi prende per un braccio e mi spinge dentro velocemente.
"Ehi, che modi sono?"
"Shhhh! Scusami, ma se mi scoprono potrei anche perdere il lavoro."
"E allora perchè lo fai scusa?"
"Beh il signor Kaulitz mi lascia sempre delle buone mance, sai..."
"Certo, certo..." sospiro.
"D'accordo, ascolta: prendi quell'ascensore e premi il pulsante D, ti porterà in terrazza."
"In terrazza?"
"Si. È la terrazza di servizio dove vengono stese tovaglie e altre cose quando c'è bel tempo. A quest'ora non c'è mai nessuno. Devi andare lì ed aspettare, ok?"
"Si ok, ma..."
"Ehi, io sto solo eseguendo gli ordini e riferendo quello che mi è stato detto di dire. Ah, dimenticavo! Laggiù c'è l'entrata di servizio, dà sul parcheggio del personale dell'hotel. Quando scendi puoi uscire di lì, non ti vedrà nessuno. Tutto chiaro?"
"S-si, chiaro."
"Bene. Ora scusami, ma devo tornare al mio posto."
Così dicendo esce velocemente e chiude a chiave. Io rimango immobile per qualche secondo poi guardo l'orologio... cavolo, solo 5 minuti. Mi affretto ad entrare in ascensore e premo la D. Tutta l'ansia che avevo prima di entrare nell'albergo sembra essere svanita e mi sento stranamente tranquilla... spero solo non sia la proverbiale quiete prima della tempesta.
Quando arrivo in terrazza non c'è ancora nessuno. Mi stringo nelle braccia perchè c'è abbastanza frescolino quassù... è tutto così silenzioso ed irreale. I suoni della città arrivano come ovattati, come se fosse a chilometri di distanza. Lentamente mi avvicino al parapetto, poi inspiro profondamente e guardo prima verso il basso, poi intorno a me. Non c'è che dire, nonostante tutto le città viste dall'alto hanno sempre il loro fascino. Guardo l'orologio... ormai dovresti essere già qui, ma in terrazza ci sono solo io. Anche se a dire il vero non so nemmeno se dovresti esserci anche tu... il barman mi ha detto che avrei dovuto aspettare, ma non ha specificato cosa o chi. Scuoto la testa e mi sento stupida per la milionesima volta nella stessa giornata. Non sarei dovuta venire qui, non sarei dovuta andare al meet, sarei dovuta rimanere a casa. Sospiro e mi volto decisa ad andarmene sul serio, ma dopo aver fatto qualche passo ti vedo lì, davanti alla porticina che dalla lavanderia dà sulla terrazza. Sento il cuore esplodere in mille pezzi e mi blocco all'istante.
Rimaniamo lì immobili a guardarci da lontano per un tempo che mi sembra infinito, anche se so che si tratta solo di una manciata di secondi... poi tu ti schiarisci la voce e vieni avanti. Io non so che fare, perciò nel dubbio rimango lì immobile a guardarti venire verso di me in silenzio. Indossi dei jeans scuri ed una camicia anch'essa scura con le maniche arrotolate fino ai gomiti, hai i capelli raccolti in una coda bassa sulla nuca e non sei truccato. Ti fermi a pochi passi da me e sollevi una mano fino a portarla accanto al mio viso, come se volessi farmi una carezza, ma poi fermi il gesto a mezz'aria e riabbassi la mano sussurrando il mio nome.
"Babi... sei... sei davvero tu."
Ti guardo senza rispondere e cerco disperatamente sul tuo viso curato e ormai sconosciuto qualche traccia del ragazzino che mi aveva rubato il cuore. Sento che le lacrime stanno per salire agli occhi e non so se riuscirò a trattenerle.
"Sono così felice di rivederti Babi, sul serio. Ma guardati... sei diventata una bellissima donna eppure sei sempre la stessa."
"Vorrei poter dire lo stesso di te." Mentre parlo vedo il sorriso che mi avevi rivolto spegnersi sul tuo volto. Seguono attimi di silenzio pesante come pietre prima che tu risponda.
"Spesso non si può fare quello che si vuole, ma bisogna fare quello che si deve."
Le tue parole ed i tuoi occhi sono così freddi da gelarmi il sangue nelle vene. Il tuo sguardo è distante, rassegnato, svuotato... e fa più male di una pugnalata.
"Perchè?" ti chiedo mentre le prime lacrime mi rigano il viso.
"Perchè cosa?"
"Perchè hai smesso di sognare?"
Ti vedo indugiare per qualche attimo, forse non ti aspettavi questa domanda.
"Ci sono... ci sono situazioni in cui non c'è spazio per i sogni."
"Il ragazzo che conoscevo io non avrebbe permesso a niente e nessuno di mettersi fra lui ed i suoi sogni. Mai."
Sospiri ed abbassi gli occhi.
"Quel ragazzo era giovane ed inesperto e stava per entrare in un mondo che gioca secondo le proprie regole... un mondo in cui l'unica scelta che ti è concessa è quella fra cedere ad un compromesso o ad un altro."
"Cosa vorresti dire con questo?"
"Voglio dire che non importa con quali valori e buone intenzioni si inizia, una volta entrati nel giro bisogna stare alle regole... non c'è altra alternativa."
"E ne è valsa la pena? È valsa la pena di stare a queste stupide regole?"
"Siamo una band famosa e la gente ascolta la nostra musica. È quello che volevamo."
Scuoto la testa e mi arrabbio, alzo la voce.
"Ma a quale prezzo? Al prezzo di perdere sé stessi? Per tutto il giorno e persino adesso non ho fatto altro che guardarti e cercare qualche traccia del ragazzo meraviglioso che eri... ma non è rimasto nulla di te. Sei solo una bella immagine da gettare in pasto ai media. Ti sei fatto consumare, vendere, ti sei prostituito in nome della fama e del marketing e per che cosa?"
"Io non ti permetto!"
Ti arrabbi anche tu. Bene.
"Cosa? Cosa non mi permetti? Di urlare il mio odio per un mondo corrotto che si è portato via per sempre il mio Billy? Non puoi impedirmelo! Tu eri la cosa più importante della mia vita... ed ora non esisti più!"
"Ma che diamine dici? Sono proprio qui, davanti a te!"
"Un estraneo. Ecco quello che vedo qui davanti a me. Io non ti conosco più... e ad essere sincera non sono sicura di volerti conoscere."
"Ora sei ingiusta Babi. Sono successe molte cose in questi 10 anni, cose che non sai, e non hai alcun diritto di giudicarmi. Non mi conosci più, è vero, ma sei stata tu a volermi lasciare."
"Questo lo so... e da allora non è passato un solo secondo in cui non me ne sia pentita amaramente. E non faccio altro che chiedermi se le cose sarebbero andate diversamente se avessi avuto il coraggio di stare con te."
"A che scopo? Ciò che è fatto è fatto, non si può tornare indietro."
"Già... ed è per questo che sono qui oggi. Per guardare avanti finalmente, per liberarmi dal fantasma del tuo ricordo che mi perseguita ogni giorno."
"E come? Rovesciandomi addosso la tua rabbia?"
"No. Facendo una cosa che non ho avuto il coraggio di fare 10 anni fa."
Mi avvicino a te e mi alzo in punta di piedi per portarmi il più possibile vicino al tuo viso. Senza dire niente ti abbassi appena e quando i nostri visi sono abbastanza vicini poso delicatamente le mie labbra sulle tue, inspirando a fondo il tuo profumo, per l'ultima volta. Mi allontano solo di pochi centimetri e ti accarezzo una guancia.
"Addio Billy... avrai sempre un posto speciale nel mio cuore."
Trattenendo a stento le lacrime mi allontano e mi dirigo velocemente verso la porticina della lavanderia senza voltarmi indietro. Se lo faccio so che non resisterò alla tentazione di correre fra le tue braccia.
"No Babi aspetta, ti prego! Non puoi andartene così... non ora che ci siamo ritrovati."
Mi fermo a pochi centimetri dalla porta... una parte di me vorrebbe fortemente credere a questa bugia piuttosto che accettare la realtà. Respiro profondamente e mi giro verso di te, lottando per riuscire a guardarti negli occhi senza cedere alle mie emozioni.
"Io non ho ritrovato proprio nessuno."
Le mie parole suonano crudeli persino a me, ma riesco a rimanere impassibile. Apro la porta e mi preparo ad andarmene, ma tu fai qualche passo verso di me e mi chiami di nuovo.
"No, ti prego... resta!"
Ti guardo negli occhi per l'ultima volta e dico l'unica cosa giusta da dire.
"No..."
Poi infilo velocemente la porta, la richiudo dietro me e mi precipito giù dalle scale scoppiando in lacrime. Ti amo, ma non abbastanza da accettare la bugia in cui ti sei trasformato.
Naturalmente perfetti,
icone di auto-indulgenza,
proprio ciò di cui abbiamo tutti bisogno:
altre bugie riguardo un mondo che
Non è mai esistito e mai esisterà,
non ti vergogni? Non mi vedi?
Sai di esserti preso gioco di tutti quanti.
Eccolo che arriva,
inchiniamoci e guardiamo in adorazione,
oh, quanto ti amiamo!
Nessuna imperfezione quando reciti la tua parte...
ma ora so che
Non è mai esistito e mai esisterà,
non hai idea di quanto tu mi abbia tradito,
e in qualche modo ti sei preso gioco di tutti quanti.
Senza la maschera, dove ti nasconderai?
Non riesci a trovare te stesso, perso nella tua bugia.
Ora conosco la verità, ora so chi sei,
e non ti amo più...
Non è mai esistito e mai esisterà,
non hai vergogna? Non mi vedi?
Sai di aver preso in giro tutti quanti.
Non è mai esistito e mai esisterà,
non sei reale e non puoi salvarmi
e in qualche modo ora sei lo zimbello di tutti.
Nota: in origine questo era il capitolo finale della ff... per come l'avevo pensata, la storia sarebbe dovuta finire qui. Però poi mi sembrava che fosse incompleta, così dopo aver finito questo capitolo, ho deciso di aggiungere un epilogo suddiviso in tre capitoli.
Il video e la canzone riassumono molto bene quelli che sono i sentimenti di Babi verso Bill... lui è diventato un'icona, un'immagine, una bugia fatta di tante altre bugie a cui, alla fine, forse non crede più nemmeno lui. E' un concetto un pò triste, ma è da queste riflessioni legate a questa canzone che è "nata" .Bleib.
Ci tenevo a spiegarlo prima di continuare.